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Sale e Teatri storici

Nel nostro territorio sono molto diffusi piccoli teatri storici, autentici capolavori di architettura, arte ed acustica, spesso situati in altrettanto piccoli borghi delle province di Ascoli Piceno e Teramo.

Vengono definiti teatri storici quelli che sono "caratterizzati da una forma che rimane immutata a partire dal XVII secolo e che ha come elementi essenziali la pianta a ferro di cavallo o semicircolare, il palcoscenico ben separato dalla sala, la struttura cosiddetta a pozzo, con le pareti suddivise in un gran numero di palchi". 

 

Teatro "dei Combattenti"  (già Teatro dei Combattenti e del Littorio) ad Acquasanta Terme (via Salaria)

Costruito nel 1928, su progetto dell'ing. Saladini, con i proventi di una Tombola Nazionale, venne inaugurato nel 1932 con il nome di “Teatro dei combattenti e del Littorio”. La facciata esterna del teatro è stata disegnata secondo uno stile tardo liberty, mediato dalle influenze della romana architettura di regime; attualmente inutilizzato.  

 

Teatro "La Fenice" ad  Amandola (piazzale Umberto)

Costruito nel 1812-1813, su progetto dell'arch. Vermigli, venne inaugurato nel 1813 come “ Teatro dei Signori Condomini La Fenice”. Nel 1819 il teatro è ampliato, su progetto di Antonio Cecchi, del corpo che accoglie l’atrio ed il salone superiore. Agli inizi del ‘900 viene aumentato il numero dei palchi, creati nuovi locali di servizio e rinnovate le decorazioni secondo il gusto dell’epoca. L'edificio, costruito sulle strutture preesistenti del Palazzo Pretorile, si presenta nella piazza con la semplice facciata in mattoni che accoglie l’entrata principale. La pianta della sala é forma a U anche se il disegno originale era a forma ellittico-ovoidale. Le decorazioni attuali, che riprendono motivi floreali, sono eseguite in cartapesta con dorature. Al centro del boccascena è dipinto lo stemma del comune fra le due immagini raffiguranti la Commedia e la Tragedia.

 

Teatro "Ventidio Basso" ad Ascoli Piceno (via del Trivio, 33)

Già nel ‘500 nella città di Ascoli si svolgevano rappresentazioni nella sala del Palazzo Comunale. Nel 1579 è deliberata la costruzione di una scena fissa, trasportata, secondo le situazioni, in case private o conventi. Nel 1659 il Consiglio dei Cento decide di realizzare una idonea struttura teatrale, sostituita dal teatro progettato dall’ing. Giuseppe Gualtieri di Ascoli. Il vecchio teatro resta in attività fino al 1840. Nel 1839, si avrà, infatti, il nuovo progetto dell’Aleandri. Molti erano i contrasti per la continua richiesta di modifiche al progetto, tanto che vi fu uno sdegnato abbandono da parte dell’architetto, seguito dall’affidamento dell’incarico all’architetto Giovan Battista Carducci. 

Il teatro è completato nel 1846 ed inaugurato con l’Ernani di Verdi ed i Puritani di Bellini. Nel 1871 si rinnovano i decori, negli stessi anni si sostituisce il sipario, dipinto da Vincenzo Podesti raffigurante “Il trionfo di Ventidio Basso sui Parti”, il condottiero a cui il teatro è dedicato. 

La facciata esterna , terminata alcuni anni dopo l’inaugurazione, fu realizzata su progetto dell’Aleandri con modifiche dell’ing. Gabrielli. La sua immagine ben rappresenta il nuovo volto civile della città, ancora fortemente influenzato dal linguaggio neoclassico affermatosi con l’occupazione francese. 

Si accede alla sala teatrale attraverso un atrio colonnato le cui pareti sono decorate da statue eseguite nel 1846 da Giorgio Paci, raffiguranti Apollo, Minerva, la Commedia, la Tragedia, l’Armonia e la Danza. In seguito fu collocato il busto del tenore ascolano Luigi Marini sopra la porta centrale. L’interno è caratterizzato dal plafone piatto del soffitto (soluzione prediletta dall’Aleandri), dipinto e da una ricca decorazione, opera di numerosissimi artigiani. L’attuale sipario, raffigurante Piazza del Popolo, è stato dipinto da Cesare Recanatini nel 1872.

Attualmente ospita la stagione lirica, quella concertistica e di prosa; 

Sala ovale con quattro ordini di palchi e loggione a galleria 842 posti. 

 

 

Teatro "dei Filodrammatici" (già Teatro dei Signori Filodrammatici) ad Ascoli Piceno (via delle Torri 37/41)

Nel 1827 si costituisce una Società Filodrammatica composta da 18 nobili e 7 nobildonne, presieduta dal Conte Orazio Piccolomini. Il piccolo teatrino è ben presto ritenuto insufficiente dai soci che in pochi anni aumentano di numero. Nel 1829, approvato lo Statuto della Società da parte della S.Congregazione degli Studi del Vescovo di Ascoli, si raccolgono i fondi per la realizzazione della nuova fabbrica, affidando il progetto della sala all’architetto Ignazio Cantalamessa. 

Nel 1860 il teatro risulta gestito dal Comune, fino al 1897, quando l’acquista la Società Filarmonica Ascolana ristrutturandolo integralmente. Su progetto dell’ing. Giovanni Serpentini si costruiscono i palchi, si amplia il proscenio, si rinnovano le decorazioni. In seguito viene acquistato da privati, e nel 1917 trasformato in cinema. 

L’edificio teatrale è posto all’angolo di via delle Torri, all’epoca di realizzazione la Commissione per il Pubblico Ornato chiede di arretrare la facciata dell’edificio per allinearla con le costruzioni esistenti. Il prospetto principale, disegnato dall’ing. Gabriele Gabrielli , presenta una fascia bugnata al piano terra, scandita da tre fasce di aperture. L’insieme ben si inserisce nel contesto urbano della città antica. La sala interna, nel successivo cambio di utilizzo a sala cinematografica, ha mantenuto in buona parte l’aspetto dell’intervento di fine ’800.

 

 

Teatro del "Serpente Aureo" a Offida (piazza del Popolo, 3)

Nel Settecento si costituisce un’Associazione di Condomini, la quale richiede , nel 1768, di adibire a teatro la Sala Grande del Palazzo Comunale. Viene quindi realizzato un piccolo teatro in legno, ultimato nel 1771 e dedicato al “Serpente Aureo”, un serpentello, dai poteri taumaturgici, che, secondo il mito , gli offidani adoravano e custodivano in un tempio d’oro. A seguito delle accresciute esigenze (tra le quali quelli di “separare convenientemente persone civili e plebe”) si concretizza, nel 1800, l’idea di realizzare un nuovo teatro nell’intero spazio del Palazzo Comunale. 

L’incarico è affidato all’architetto ticinese Pietro Maggi. Per motivi finanziari il teatro è inaugurato solo nel 1820. Nel 1864 si realizzarono i locali di servizio e si rinnovarono le decorazioni della sala interna. Seguirono diversi interventi successivi, fra i quali lavori di consolidamento intorno al 1930. 

L’edificio che accoglie il teatro, posto nella piazza principale di Offida, ha mantenuto completamente il suo aspetto originario: la bellissima facciata porticata del XV secolo è sovrastata dalla trecentesca torre civica, coronata dagli alti merli ghibellini. La presenza del teatro viene avvertita solo nel prospetto di Largo della Musica, dove sono stati aperti quattro ordini di finestre. Dall’atrio neoclassico, decorato da stucchi e nicchie con statue, si accede all’elegante cavea, decorata secondo motivi settecenteschi. Il tondo centrale della volta raffigura Apollo tra le Muse. Nel teatro si conservano ancora due sipari originari, oltre che i macchinari scenici dell’epoca. 

La Sala é a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e loggione a balconata e 500 posti.

 

 

Teatro "Luigi Mercantini" (già Teatro del Leone) a Ripatransone (piazza XX Settembre, 1) 

Si ha notizia che già all’inizio del ‘700 nella cittadina di Ripatransone si svolgevano rappresentazioni teatrali. Sembra, infatti, vi fosse una semplice sistemazione a palcoscenico con palchetti, all’interno del duecentesco Palazzo degli Anziani. E’ nel 1790 che il Comune incarica l’architetto ticinese Maggi dei lavori. Il teatro, pur privo dell’ultimo ordine dei palchi e con una copertura provvisoria, è aperto nel 1824. I lavori di completamento sono affidati all’architetto Francesco Bassotti nel 1837 e portati a compimento nel 1843, anno in cui si inaugura con la Lucia di Lammermoor di Donizetti. 

Nel 1868, si decide l’ampliamento ed il rinnovo decorativo della sala teatrale, forse nel tentativo di dare un nuovo impulso culturale alla cittadina, che viveva in quel periodo un momento di crisi dovuto all’impoverimento delle aree interne rispetto a quelle costiere, in via di sviluppo con la realizzazione nel 1861 della ferrovia. Nel 1894 il teatro è intitolato al poeta risorgimentale Mercantini. 

La sala teatrale occupa l’intero primo e secondo piano del Palazzo del Podestà (o degli Anziani), la cui facciata principale, dai caratteri goticheggianti, crea nel tessuto edilizio un forte impatto visivo. Le due ali laterali furono realizzate alla fine del XIX secolo dall’ing. P. Dasti. La conformazione della sala fu dovuta pro b abilmente ad esigenze di spazio: il neoclassico Maggi, che utilizza la sala a ferro di cavallo dieci anni dopo ad Offida, fu condizionato dalle preesistenti strutture murarie dell’antico palazzo in cui la sala teatrale fu inserita. Il plafone piano è decorato da una serie di medaglioni, in sei dei quali sono raffigurati i volti di Rossini, Verdi, Bellini, Metastasio, Goldoni ed Alfieri.

La sala é a forma di U con tre ordini di palchi e 253 posti.

 

 

 


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